
Per arricchirsi di complessità verso una serena semplicità consapevole per poi amare Gaia o Gea come una figlia. Per guardare prima alla complessità poi al particolare emergente.
La terra può essere coltivata senza passione. In tal caso si trasforma soltanto in una schiava,in un progioniero sfruttato fino allo stremo,in una clinica della piattezza,in uno strumento di solo profitto. Spillata e scorticata senza rispetto alcuno dei cicli annuali, sottratta alla natura senza che mai possa respirare, abbandonata esausta alla prima occasione.Nessuna religiosità della terra potrà mai far sentire la propria incalzante o sottile presenza in chi non si dedichi a essa con la stessa cura riservata ad amori umani. Ai lavori necessari, allo sguardo di un agricoltore che,ogni tanto,sia preso ancora dal bisogno di ammirare non solo il proprio lavoro.Ma quelle distese mozzafiato, senza considerare il dare e l’avere soltanto.Può bastare molto poco per accendere questo sentire, solamente contemplativo o operoso: pur sempre contrassegnato dal desiderio di di fare il bene della terra, per il nostro miglior bene: materiale o spirituale esso sia.
Da: La religiosità della terra di Duccio Demetrio
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