
Da Eraclito a P.H.Hamel
La realtà, secondo Eraclito, è un incessante fluire e trasformarsi delle cose. Non esiste un oggetto sia esso animato o inanimato, che non sia continuamente sottoposto a delle modifiche. Questo scorrere eterno, questo fluire inarrestabile è il divenire: il principio che regola tutti gli eventi.
Gli elementi della realtà vivono grazie al movimento che li pone esistenti nella tensione degli opposti, quindi “si tratta di uno scambio dei contrari secondo equità e giustizia. Ne deriva che, pur incessantemente trasformandosi, tutto è uno e la giustizia degli eventi si palesa coma contrasto e necessità, come conflitto (polemoV) universale”. Eraclito riconosce alla guerra un valore cosmico, una funzione dominante nell’economia dell’universo tanto da definirla “madre e regno di tutte le cose”. La guerra è il principio che regola l’alternanza tra nascita e morte, tra l’uscita e il ritorno dal grembo della totalità, sono il conflitto e la dinamicità a dominare il tutto.
PolemoV diventa quindi, conciliazione dei contrari, che finiscono con il ricongiungersi in una segreta unità: “Sono tra di loro connessi l’intero e il non intero, il convergente e il divergente, il consonante e il dissonante: e da tutte le cose [ne sorge] una sola, e da una sola tutte”. La vita viene così ad essere immagine capovolta, e al tempo stesso speculare, della morte, il sogno della realtà. Anche per Eraclito l’esperienza attesta il divenire, infatti proprio essa ci dice che le cose cambiano, che nulla è mai uguale che non cè permanenza. “La stessa cosa è il vivente e il morto, il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti trasformandosi son quelli, e quelli, a loro volta, trasformandosi son questi. Da ciò deriva che l’esperienza non può essere assolutamente annullamento; per cui essa non attesta il nulla, semmai attesta la trasformazione. Quindi non ha a che fare con il diventare niente.
Per capire l’autentico senso del divenire, per capire che tutto è “bellissima armonia” occorre praticare la via del logoV, non dove, cioè, ascolto alle sensazioni, poiché non sono degne di fede. La sensazione vede le cose separate fra loro vede nel divenire il negarsi delle determinazioni dell’essere.
“La compenetrazione dei contrari, l’armonia del contrasto, ci si fa percepibile particolarmente nel divenire, che è sempre un passaggio da uno stato nello stato opposto che li riunisce entrambi in sé. Perciò, come simbolo dei fenomeni, Eraclito assunse il fiume: il logoV, dotato di facoltà associativa, lo concepisce come ununità, sebbene l’acqua ininterrottamente vi affluisca e ne defluisca; esso ci appare sempre lo stesso, sebbene la sua acqua non sia mai la stessa. L’eterno, cangiante divenire, la compenetrazione dei contrari, “l’armonia di ciò che tende a separarsi costituiscono dunque la legge che, opera del logoV , domina tanto nel cosmo quanto dentro di noi. […] Anche Eraclito doveva presupporre una materia primordiale, e la trovò nell’elemento più mobile mai statico, colto solo in perenne divenire, il fuoco, che si muta in tutta e tutto di nuovo riassume in sé.
“La filosofia di Eraclito non è altro se non la conoscenza che acquisisce di sé il logoV umano, che combina insieme la folla dei fenomeni sensibili per comprendere l’essenza del mondo da un punto di vista unitario, e che questa essenza può trovare solo nella normatività che esso sente dentro di sé.
Peter Michael Hamel – Organum
La percezione musicale come esperienza della totalità
La percezione musicale non è soltanto un atto uditivo. La musica si ascolta con tutto il corpo: di più,con tutti i tessuti corporei. E’ simila al fenomeno della nutrizione e i suoi effetti involvono non solo la psiche e le emozioni, ma influiscono sui livelli di risposta ipotalamica, sull’equilibrio neurovegetativo, e sull’omeostasi. Gli organi presentano diverse risonanze a fronte dei diversi passaggi di un’opera musicale; questa risonanza ha una dimensione fsica, come stimolo tattile cinestetico, ed una dimensione neuro-endocrina.
Nessuno può trovare l’armonia se non attraverso atti di incontro e di vincolo che permettano di unificare le parti isolate. Armonia è movimento – amore,funzione ipotalamica di comunicazione e contatto, rischio, lotta e attenzione per stabilire ponti attraberso i quali circoli l’energia vitale.L’integrazione è una ricerca della relazione delle parti con il tutto, per aumentare la perfezione del tutto.
L’integrazione è una ricerca della relazione delle parti con il tutto, per aumentare la perfezione del tutto. L’armonia è un atto creativo continuo, è connessione alla vita attraverso il contatto con le persone e la natura.
Peter Michael Hamel:Transizioni
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