
Il libro si occupa del cammino iniziatico, un cammino che consente di fare esperienza della trascendenza in cui siamo immersi. Con le parole dell’Autore: «Lo scopo del cammino iniziatico è il risveglio dell’occhio che vede la profondità attraverso la superficie. Per questo, bisogna osare perdersi in ciò che si guarda.Perdersi non significa cancellarsi, al contrario. Se guardo una rosa per dieci, quindici, venti minuti, giunge il momento in cui l’occhio che guarda la rosa e l’occhio della rosa che mi guarda diventano un tutt’uno. Ecco il momento in cui si apre il terzo occhio! È vero di due amici, di due amanti che si guardano, senza far nulla, senza dir nulla.Questo momento in cui formano un tutt’uno li può sorprendere, ciascuno si perde totalmente nell’altro; ciò che non vuol dire che spariscono.
Al contrario, in questo incontro ciascuno di loro si sente se stesso come mai finora, nella sua pienezza, nel suo ordine e nella sua unità. Il numinoso è questa qualità che rivela l’aspetto trascendentale dell’uomo»
Questa epoca di transizione richiede la prova della relazione immediata che colloca l’individuo e il mondo nella realtà dell’incontro. Sentire aprirsi all’esperienza dei sensi, provare e manifestare l’essenza della vita.E’ possibile impegnarsi per lo sviluppo e il nutrimento dei legami che uniscono a sè, all’altro, al mondo. Esiste l’esperienza singolare del corpo e della sensibilità nella ricerca del gesto proprio, della parola singola che reca e dà una forma alle nostre potenzialità. Alla base c’ è l’individuo, ma nella prospettiva della vita che lo avvolge.
“E tu chi sei?” domandò il Bruco.
Non era incoraggiante come inizio di una conversazione. Alice rispose, un po’ timidamente: “Io… a questo punto quasi non lo so più, signore…o meglio, so chi ero quando mi sono alzata stamane, ma da allora credo di essere stata cambiata parecchie volte”. Lewis Carrol, Alice nel paese delle meraviglie
Esiste la possibilità di restituire in una forma moderna il compito immemorabile che si è imposto prima della lettera, prima della scrittura:esprimere i momenti importanti della vita individuale e collettiva, provare e manifestare nel proprio corpo e nel corpo sociale il mistero indicibile della natura, le sue forze e suoi dei. Si profila così un itenerario che, dalle parole ai gesti, ricolloca il sapere nell’ottica di una prova singolare. Il significato dell’esistenza si basa “sull’esperienza del sapere “. Il corpo può essere messo in scena nella sua semplicità, nella sua purezza.
Il corpo vivente che dà e che riceve, il corpo che si apre e che si raccoglie, l corpo che respira e accoglie, il corpo che l’emozione prolunga nello spazio del gesto, nell’inerspazio dell’incontro, del condividere. Il corpo che, in un lnguaggio che gli è proprio, esprime la vita che lo porta.
Sentire. Provare. Manifestare. Ciò che si da nell’immediatezza dell’incontro. Con sè, con l’altro, con il mondo.Senza cercare di prendere, di capire.Semplicemente. Lasciare arrivare, lasciarsi toccare, lasciare la presa ed esprimere. Entrare nel movimento che, dal mondo a me e da me all’altro, sviluppa all’infinito la spirale della vita.
L’incontro è un percorso autentico nel quale dobbiamo passo a passo co-nascere, svegliarci alla vita. Il vero sapere non è presa e accumulo di dati obiettivi, ma riconoscimento dei legami che uniscono l’essere vivente alla vita.Il vero saper è nutrimento e legame. Esso arriva ai sensi, tocca il cuore, genera il gesto.Si trova nell’incontro del corpo, del cuore e della mente.Sentire. Provare. Manifestare.L’incontro è l’occasione data di prendere radici e di lasciare dentro e fuori di sè l’espressione dell’essere vivente.
a presto……
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