
Vangelis: Creation Du Monde
Books by Eric R. Braverman, MD
Ripropongo alcuni paragrafi di: “Semplessità “di Alain Berthoz tratte dal capitolo: “Scelgo, dunque sono “
Se accettiamo l’idea che sia il nostro cervello ad interrogare e a portare uno sguardo sul mondo in funzione delle mire intenzionali, allora ad ogni tipo di intenzione corrisponde una nuova configurazione di sensazioni attese, ad ogni mira intenzionale un’attività diversa. In una simile prospettiva l’attenzione non è più soltanto un filtro, ma un’espressione dell’intenzione ancorata all’azione.
Un problema legato alla natura del concetto di attenzione consiste nello stabilire se i suoi processi siano coscienti o inconsci.
William James – Fra comportamentismo e cognitivismo – I classici della psicologia
Come è ovvio, il problema dell’attenzione solleva anche il problema della libertà di pensiero. William James lo suggerisce quando mette in evidenza i grandi meccanismi sottesi all’attenzione, cioè il raggruppamento percettivo, l’opposizione e la competizione, infine l’eliminazione. Si delinea dunque un doppio movimento: da una parte un filtro e un’amplificazione nelle vie afferenti; dall’altra una prespecificazione proveniente dal cervello, che proietta sul mondo le proprie percezioni. La prima regola che James propone: ” perchè l’attenzione si porti su un oggetto e lo percepisca integralmente, non basta che questo sia presente per i sensi, bisogna che sia presente anche per l’immaginazione, dev’essere quindi rappresentato due volte. Si tratta di un’ipotesi rivoluzionaria per l’epoca.”
“L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso, facendo nascere l’evoluzione.” – Albert Einstein“La fantasia è una naturale attività umana, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla Ragione, né smussa l’appetito per la verità scientifica, di cui non ottunde la percezione. Al contrario: più acuta e chiara è la ragione, e migliori fantasie produrrà.” – John Ronald Reuel Tolkien
Vernon B. Mountcastle, MD interviewed by George B. Udvarhelyi, MD
Nel 1981 il neurofisiologo Vernon Mountcastle ha dimostratoche nella corteccia parietale l’intensità della risposta a uno srimolo, al quale è sensibile un neurone visivo, varia in funzione del livello di attenzione. L’attenzione non è soltanto un processo di filtro selettivo, un processo di amplificazione. E’ una vera e propria funzione cognitiva e motoria; è ancora nell’azione e possiamo dire che partecipa a pieno diritto all’elaborazione delle decisioni relative all’azione.
Anne Treisman – 2011 National Medal of Science
Il fine fondamentale dei processi attenzionali è quello di ridurre la complessità dell’analisi del mondo e delle sue relazioni con il corpo in azione.E’ anche un meccanismo di anticipazione in cui l’esperienza passata viene messa in relazione con i progetti per il futuro. Si tratta dunque di una vera e propria ” postura mentale “, intesa nel senso di preparazione all’azione.