
Ripensare la sostenibilità. Le conseguenze economiche della democrazia: “Sviluppo sostenibile”: è una formula in cui il sostantivo e l’aggettivo sono in lotta tra loro Lo sviluppo infatti è inteso come figlio di una crescita illimitata, però questa diventa sostenibile solo se viene limitata per rispettare i vincoli posti dalla natura. La contraddizione tra economia ed ecologia resta irrisolta Per sciogliere il nodo non bastano rimedi tecnici, occorre che siano ripensati il modello di economia e la forma della convivenza sociale. In tale ottica questo libro propone un’idea integrale di sostenibilità e la correla con quella di democrazia Si delinea così il progetto di una società sostenibile, che è tale quando il suo ordinamento non offende la natura e non stravolge gli esseri umani.
Autori in Video – Claudio Bolle
Come possiamo sopravvivere allo stress dilaniante e ad una vita in cui l’unica cosa che conta è lo status sociale e il lavoro? Ce lo suggerisce Utger Bregman in “Utopia per realisti”, un magnifico saggio, in cui indica una via già intrapresa da altri Paesi come l’Olanda o la Svezia in cui al primo posto c’è la vita che si antepone al lavoro. Ma come si può raggiungere questo brillante risultato? Lavorando di meno, avendo più tempo libero da dedicare a se stessi e alla famiglia e creando così un nuovo benessere, fatto di meno consumismo e dove più persone lavorano. Proprio lavorando meno ore giornaliere si creeranno infatti più posti e a più persone verrà garantito un salario minimo. In poche parole si lavorerà di meno, si guadagnerà di meno, ma a guadagnarci sarà la nostra psiche, il nostro modo di vivere e di concepire la vita. Con meno stress inizierà un’esistenza a tratti rivoluzionaria, proprio come lo è il pensiero di Bregman, studioso di una nuova utopia che può cambiare il mondo e che in Olanda lo ha già fatto, regalando nuove e strabilianti felicità. Il nostro universo politico, sociale e personale fatto di tecnocrazia dovrà così aprirsi all’utopia, a qualcosa che crediamo possa renderci migliore. In “Utopia per realisti” senza questo desiderio o bisogno non andremo molto lontani.
Abbiamo invertito la rotta e navighiamo a ritroso. Il futuro è finito alla gogna e il passato è stato spostato tra i crediti, rivalutato, a torto o a ragione, come spazio in cui le speranze non sono ancora screditate. Sono gli anni della retrotopia.La direzione del pendolo della mentalità e degli atteggiamenti pubblici è cambiata: le speranze di miglioramento, che erano state riposte in un futuro incerto e palesemente inaffidabile, sono state nuovamente reimpiegate nel vago ricordo di un passato apprezzato per la sua presunta stabilità e affidabilità. Con un simile dietrofront il futuro, da habitat naturale di speranze e aspettative legittime, si trasforma in sede di incubi: dal terrore di perdere il lavoro e lo status sociale a quello di vedersi riprendere le cose di una vita, di rimanere impotenti a guardare mentre i propri figli scivolano giù per il pendio del binomio benessere-prestigio, di ritrovarsi con abilità che, sebbene faticosamente apprese e assimilate, hanno perso qualsiasi valore di mercato.La via del futuro somiglia stranamente a un percorso di corruzione e degenerazione. Il cammino a ritroso, verso il passato, potrebbe trasformarsi in un itinerario di purificazione dai danni che il futuro ha prodotto ogni qual volta si è fatto presente.
A MODERN UTOPIA: H. G. Wells – FULL AudioBook
Utopia e disincanto raccoglie un’ampia scelta della produzione di Claudio Magris tra il 1974 e il 1998, in un itinerario che permette ai lettori di accostare scritti di ampio respiro che analizzano la nostra attuale condizione umana e storica ( il ruolo dell’intellettuale la frontiera e l’identità, il libero arbitrio), ma anche fulminei commenti alle bizzarrie della Storia o della cronaca spicciola. I grandi scrittori hanno ovviamente un ruolo centrale: incontriamo Borges e Jünger, Goethe e Hugo, Mann e Dostoevskij, Nievo e Hesse, Broch e Andrić, Tagore e Primo Levi. Ma ci sono pure i libri di viaggio e d’avventura (come i romanzi di Stevenson e Sealsfield) e le opere di «non scrittori», di marginali della letteratura come il lappone Turi, lo sciamano groenlandese Qippingi o l’anonimo poeta amazzonico che canta l’ultimo viaggio di una canoa. Non mancano inoltre riflessioni sull’attualità, sulle questioni di rilevanza morale e politica, su situazioni quotidiane affrontate con passione e ironia. Il filo rosso che unifica i vari saggi, inseguito nelle pagine della letteratura e nel frastagliato e contraddittorio mondo della vita, è il nesso tra utopia e disincanto: Magris ci invita a confrontarci con la crisi dei grandi sistemi di valori e dei progetti di ordinare il mondo. Ci pone così di fronte alla realtà togliendoci l’illusione di riscattarla una volta per tutte, ma non la disillusa e caparbia speranza di correggerla.
L’utopia sostenibile? Non è un’utopia
«Dall’amore per la lingua friulana all’etica dei valori del mondo contadino, dal senso profondo del viaggiare alla pedagogia come elemento imprescindibile dell’essere umano, dall’incontro con gli Stati Uniti al ruolo della televisione: qual è il disegno definitivo della sua opera? Quali sono i temi a lui cari? Angela Felice, una delle massime conoscitrici e divulgatrici della figura complessa di Pier Paolo Pasolini, ci restituisce frammenti originali, squarci sulla sua opera e il suo pensiero e indica quali sensibilità e umanità si nascondano dietro il mondo di uno dei più grandi intellettuali del Novecento».
Zettel.3 – Filosofia in movimento – Utopia
La politica e la storiografia hanno riportato alla ribalta la figura e l’opera di Alcide De Gasperi, uomo austero, rigoroso, introverso e spigoloso, la cui storia si fonde con quella italiana della prima metà del Novecento. Oggi si può tentare di capire quanto gli sia dovuto per cinquant’anni di vita democratica e quanto gli si può addebitare del “male oscuro” di istituzioni e società. De Gasperi era un realista e l’ha dimostrato traghettando il paese dalla ditatura alla democrazia, dalla monarchia alla repubblica, dal sottosviluppo al miracolo economico. Ma era anche capace di cavalcare le grandi utopie: l’Europa unita, il progetto politico d’un centro orientato a sinistra e le prime proposte di riforma elettorale. Enrico Nassi (studiando documenti d’archivio, carte private, atti parlamentari e ricordi di compagni di strada) ha ricostruito il percorso umano e politico dello statista, ancorandolo al contesto storico-culturale di cui è stato testimone e protagonista.
Ancora oggi, la teoria dei quanti vanta uno dei più intriganti orizzonti della fisica. Eppure, in pochi conoscono il grande contributo dato alla teoria dei quanti dal movimento New Age degli anni Settanta. Gli stessi padri della scienza moderna, come Einstein, Bohr, Heisenberg e Schrodinger, avevano intuito che per la fisica era necessario affrontare alcune grandi sfide filosofiche e iniziare a percorrere le vie traverse della ricerca; vale a dire, non trascurare nessuna delle infinite varianti che concorrono a determinare gli eventi e a fissarli su un piano del tutto probabilistico. Ad applicare alla lettera questi suggerimenti furono i membri del Fundamental Fysiks Group, che, rifiutando l’imperativo dominante nel mondo accademico (“Zitto e calcola”), avviarono un processo di rinnovamento che rivoluzione per sempre il futuro della fisica. David Kaiser, docente di Fisica al MIT, svela i retroscena di quegli anni, ricostruendo rigorosamente le vicissitudini di un gruppo di sognatori che hanno esplorato “il lato ignoto e selvaggio della scienza”.
LITFIBA – Eutòpia – Eutòpia (2016)
Time Reflected – Eutopia
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