
Il primo approccio conoscitivo del mondo, prima ancora della parola, è la conoscenza tramite il movimento. La danza è perciò un modo di essere-nel-mondo, l’espressione dell’unità organica dell’uomo con l’universo. Questa nozione di danza come cinestesia integrativa è molto antica e attraverso la storia ha numerose espressioni culturali come le danze primitive, le danze orfiche, le cerimonie tantriche e le danze giratorie del Sufismo. Il poeta Jala-od-Din Rumi (secolo XIII) esclamava:
“O giorno, alzati… gli atomi danzano, le anime, ebbre d’estasi, danzano, la volta celeste, a causa di questo essere, danza. Ti dirò nell’orecchio verso dove conduce la sua danza. Tutti gli atomi che sono nell’aria e nel deserto – intendilo bene – sono innamorati come noi e ognuno di essi felice o addolorato che sia, si ritrova illuminato dal sole dell’anima incondizionata.”
Emiliano Toso: Translational Music 432 Hz
Ogni individuo, organizzazione o gruppo può trarre vantaggio dal rapporto con una intelligenza “aumentata”, avvalendosi del potere intellettivo di altre persone e di altre macchine: è questa la tesi al centro di “Big Mind. L’intelligenza collettiva che può cambiare il mondo”, il libro di Geoff Mulgan (pubblicato in Italia da Codice Edizioni e disponibile in libreria dal 28 giugno) che spiega come l’intelligenza collettiva sta avendo profonde ripercussioni sul modo in cui scienza, università, imprese e governi si devono riorganizzare.
Una breve rassegna della letteratura sull’intelligenza collettiva
- Secondo il mineralogista russo Vladimir Vernadskij il mondo si sarebbe sviluppato in tre fasi: 1. E’ nata la geosfera di rocce e minerali inanimati
- Poi la biosfera delle cose viventi
- Poi un nuovo dominio del pensiero e della coscienza collettivi
che lui e in seguito il teologo francese Teilhard de Chardin chiamarono ” noosfera ” Su una linea analoga H.G.Welles parlò di un ” cervello del mondo ” che emerge dalle reti. In tempi più recenti molti altri si sono cimentati con le metafore del cervello e della mente collettivi. McLuhan ha fornito uno dei quadri di riferimento più utili, descrivendo le tecnologie come estensione e connessione reciproca dei nostri sensi.
McLuhan e gli strumenti del comunicare di Cinzia Malaguti
Peter Russel ha poi sviluppato questa tesi nel suo libro, paragonando le interazioni tra i neuroni in un cervello a quelle delle persone e delle organizzazioni connesse attraverso i mass media e le reti.
All You Need is Love: Peter Russell
Metaman di Gregory Stock descrive la cultura e le tecnologie umane come un superorganismo planetario, capace di affrontare con intelligenza problemi comuni a tutta l’umanità.
Il futuro della vita, e dove lo svelarsi della nostra biologia –
Pierre Levì scrisse un libro influente sull’intelligenza collettiva, intesa come aspetto del cyberspazio, intorno alla metà degli anni 90.
“Sneocdo uno sdtiuo dlel’Untisverià di Cadmbrige; non irmptoa cmoe snoo sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo esesre al pstoo sbgalaito, è ipmtortane sloo che la prmia e l’umltia letrtea saino al ptoso gtsiuo, il rteso non ctona. Il cerlvelo è comquune semrpe in gdrao di decraifre tttuo qtueso coas, pcherè non lgeg ongi silngoa ltetrea, ma lgege la palroa nel suo insmiee.”
Questo è ciò che sta dietro l’intelligenza naturale, ciò che l’informatica ha cercato di emulare nell’intelligenza artificiale. Ciò che succede con internet e l’avvento dei social è proprio lo stesso concetto che sta dietro questo studio realizzato dall’Università di Cambridge, ovvero non prendere in considerazione le intelligenze singole ma creare un collettivo che formi un’intelligenza avanzata.
L’intelligenza Collettiva: Noi siamo gli immigrati della soggettività.
La domanda che ci dobbiamo porre in relazione con l’altro è: Chi è? l’altro indipendentemente dal valore intellettuale e culturale delle esperienze è qualcuno che sa, conosce cose che io non conosco, ignora molte cose e padroneggia alcune conoscenze.
Ma poichè i rispettivi ambiti di inesperienza non coincidono, egli rappresenta una possibile fonte di arricchimento per la mia conoscenza.
-Pierre Lèvy
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