Dal pensiero lineare alla quantistica

homo deusComplessità-Come si spiega l’ascesa degli esseri umani?

Mentre Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità analizzava il modo in cui gli uomini hanno conquistato il mondo grazie alla loro capacità di credere in miti collettivi sugli dèi, il denaro, l’uguaglianza e la libertà, Homo Deus: breve storia del futuro esamina cosa potrebbe succedere nel momento in cui questi vecchi miti si combineranno con nuove tecnologie quasi divine come l’intelligenza artificiale e l’ingegneria genetica. Mentre l’Homo sapiens diventa Homo deus, quali nuovi destini ci stiamo costruendo? In quanto divinità autoproclamate del pianeta terra, quali progetti dovremo perseguire, e come proteggeremo il nostro fragile pianeta e l’umanità stessa dai nostri poteri distruttivi? Il libro Homo Deus ci fornisce un sentore dei sogni e degli incubi che daranno forma al XXI secolo.

snowcrash

Sembra impossibile che questo libro possa essere stato scritto nel 1992, anticipando con precisione cristallina la realtà che viviamo tutti i giorni oggi, dopo quasi trent’anni. Man mano che passa il tempo troviamo praticamente avverate tutte le diavolerie pensate da Stephenson: il Metaverso è internet con la pervasività dei social, i computer e i telefoni si collegano alla rete senza fili, la vita diventa sempre più frenetica e le case diventano sempre più piccole (il protagonista vive in una stanza di pochi metri quadri), le città diventano sempre più grandi e aumenta la tendenza a chiudersi in micro centri protetti (le “enclave”), l’unica forma di sostentamento per hacker talentuosi è la vendita di informazioni (Google in sostanza è questo), le persone virtuali diventano “avatar”, il software “Bibliotecarioe” che ricerca qualsiasi informazione è Wikipedia, etc. Il libro nel 1992 dà una scossa definitiva al cyberpunk, di fatto chiudendo un’era della fantascienza, prende il meglio di quello che aveva teorizzato Gibson nella cosiddetta “Trilogia dello Sprawl” (Neuromante, Giù nel cyberspazio e Monna Lisa cyberpunk) e lo rende più vicino al lettore, problematizzando le questioni irrisolte, fino a chiedersi in sostanza chi sia – ancora una volta – l’uomo e da dove prenda le idee per costruire la realtà (risposta: dai miti?).

Computer Theorist David Gelernter On Creativitymirror worlds

Mirror Worlds di David Gelernter ha previsto che il software avrebbe rivoluzionato l’informatica e trasformato la società, sostituendo la realtà con un suo duplicato digitale.

le voci dentro

Nel saggio Le voci dentro. Storia e scienza del dialogo interiore (Raffaello Cortina Editore), lo psicologo Charles Fernyhough, docente alla Durham University e direttore di un progetto di ricerca sulle voci interiori, comincia con questo esempio un’indagine sulla natura, l’origine e lo scopo di quell’attività universale che è il pensare. Partendo dalla constatazione che si tratta di un’attività –dunque di qualcosa che si fa –, nel corso del libro cerca di rispondere a diverse domande: di che tipo di attività si tratta, come si manifesta, se appartiene proprio a tutti, a cosa serve e, quando i pensieri si palesano in modo auditivo (sentire voci), in che cosa si differenziano le manifestazioni normali da quelle patologiche? Se ci soffermiamo anche solo per pochi minuti ad ascoltare i pensieri nella nostra mente, ci rendiamo conto immediatamente di quanto essa sia affollata.mafalda e i pensieri È stato detto che nessuno è così in compagnia come chi sta solo nella propria stanza a pensare, dal che si può dedurre subito che pensare è un’attività conscia – quando sogniamo non stiamo pensando – e del tutto privata. Come abbiamo visto nell’esempio iniziale, gli altri capiscono che stiamo pensando ma non possono in alcun modo conoscere i nostri pensieri.

Hume: empirismo scettico, percezioni, impressioni e idee.

Hume 2: la critica al principio di causa e la ragione scettica e probabilistica.

VALERIO MALVEZZI e DIEGO FUSARO: Elogio dell’economia e della filosofia

Diego Fusaro: l’amicizia

Mentre l’informatica classica è limitata da codici binari e dalle leggi della fisica, il quantum computing procede esattamente come qualsiasi altro calcolo ( matematico, scientifico o ingegneristico ), dal mondo lineare dei bit all’universo multidimensionale dei qubit. Invece di limitarsi alla normale unità di informazione binaria ( 1 o 0 ) come i bit classici, i qubit possono combinarsi in qualunque modo, una superposizione, il che permette di effettuare più calcoli allo stesso tempo. In questo modo entriamo in una dimensione all’interno della quale possono essere risolte più computazioni parallele. Nel contesto di un algoritmo quantistico ben definito. il risultato ottenuto potrebbe essere ” un massacro che spazza via la maggior parte delle risposte errate”.fermione

Cosa c’entra la particella di Majorana con i computer quantistici? I computer tradizionali si basano sul bit – in pratica la loro unità di misura dell’informazione – mentre i computer del futuro si baseranno sul qubit, il bit quantistico. La differenza fondamentale tra i due risiede nel fatto che il secondo, basandosi sulla meccanica quantistica, aumenta a dismisura la velocità di calcolo e dunque la potenza dei computer. Poiché dall’unione di particelle di Majorana possono nascere qubit più stabili ed efficienti di quelli già noti (Zhang e colleghi proveranno con quattro particelle), ciò spiega il motivo per cui averne dimostrato l’esistenza potrebbe rivoluzionare il mondo dell’informatica. I dettagli dell’affascinante ricerca sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica Nature.

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