
L’importanza essenziale del problema etico nella riflessione pedagogica, la convinzione che la formazione morale esprime l’essenza e l’obiettivo sintetico dell’educazione, sono le principali ragioni che inducono a riflettere sull’opera di Lawrence Kohlberg e sulle implicazioni educative di essa. Ma perché proprio il Kohlberg? Quali motivi sollecitano il pedagogista ad accostarsi all’opera di questo psicologo? Il suo pensiero gode di considerevole anche se spesso superficiale diffusione nel contesto statunitense, ma è poco conosciuto fuori dai suoi confini e quindi anche in Italia. La teoria del Kohlberg presenta invero molteplici motivi di attenzione e il valore della sua riflessione postula una valutazione più attenta e complessa di quella che le è stata sinora rivolta. Ai giorni nostri, l’importanza di uno sforzo di precisazione e di affinamento dei principi pedagogici e dei criteri metodologici sottesi all’attività formativa è messa in risalto dalla crescente richiesta di “autenticità dell’educazione”, ossia di “recupero dell’educativo”, legata alla disillusione conseguente a talune accentuazioni tecnicistiche, psicologiche e didatticistiche, tipiche di un facile ottimismo pedagogico. In questo senso, il Kohlberg esprime una concezione quasi “pragmatica” della psicologia, in virtù della quale quest’ultima è orientata alla riflessione e alla pratica educativa, e ha in essa la sua legittimazione.
La teoria dello sviluppo morale di Carol Gilligan (sub ita)
IL LIBRO CHE SPIEGA COME FUNZIONA E A COSA SERVE LA MACCHINA DEL FALSO Se un tempo le verità inconfessabili del potere erano coperte dal silenzio e dal segreto, oggi la guerra contro la verità è combattuta sul terreno della parola e delle immagini. Perché chiamiamo democratico un Paese dove il governo è stato eletto dal 20 per cento degli elettori? Perché dopo ogni “riforma” stiamo peggio di prima? Come può un muro di cemento alto otto metri e lungo centinaia di chilometri diventare un “recinto difensivo”? In cosa è diversa la tortura dalle “pressioni fisiche moderate” o dalle “tecniche di interrogatorio rafforzate”? Perché nei telegiornali i Territori occupati diventano “Territori”? Perché un terrorista che compie una strage a Damasco diventa un ribelle? Che cosa distingue l’economia di mercato dal capitalismo? Rispondere a queste domande significa occuparsi del grande protagonista del discorso pubblico contemporaneo: la menzogna. Vladimiro Giacché ha studiato nelle università di Pisa e di Bochum (Germania) ed è stato allievo della Scuola Normale di Pisa, dove si è laureato e perfezionato in Filosofia. È partner di Sator e presidente del Centro Europa Ricerche (Roma), autore di numerose opere e saggi. I suoi libri più recenti: Titanic Europa. La crisi che non ci hanno raccontato (2012), tradotto in lingua tedesca; Anschluss – L’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa (2013), tradotto in tedesco e francese; Costituzione italiana contro trattati europei. Il conflitto inevitabile (2015).
The Elegance of Pachelbel – Serenade
Le fake news prima delle fake news – Vladimiro Giacché
Le emozioni rappresentano le fondamenta dello sviluppo individuale: su di esse infatti si costruisce l’intera personalità del bambino, nei suoi aspetti cognitivi, comportamentali e sociali. Di conseguenza, intervenire sulle emozioni rappresenta una sfida fondamentale per tutti coloro che si occupano di educazione: un approccio corretto può originare progressi importanti nella crescita del bambino, ma interventi sbagliati possono far crollare l’intera impalcatura individuale. Il volume intende allora fornire un quadro descrittivo ed interpretativo dei fenomeni emotivi, chesia al contempo scientificamente fondato ed operativamente orientato. L’architrave dell’intero percorso è costituito dall’abilità di autoregolazione, dai primi giorni di vita fino al termine della scuola primaria: in che modo possiamo potenziare tale competenza, fondamentale sia ai fini dell’apprendimento che dell’adattamento socio-emotivo? Il libro presenta un percorso teorico-pratico per fornire una possibile risposta.
E se l’integrazione fosse semplice normalità? Videolezione della Prof.ssa Lucangeli
“Digitale sì, Digitale no”, Intervento di Daniela Lucangeli-PARTE 1
Mente e autorganizzazione sono aspetti diversi di uno stesso fenomeno: Il fenomeno della vita.
Secondo ilya Prigogine, fisico chimico e premio Nobel, i tipi di organizzazione caratteristici dei sistemi viventi possono essere compendiati nei termini di un singolo principio dinamico: il principio di auto-organizzazione che manifesta un certo grado di autonomia. Poi nell’interazione con loro ambiente appare l’autoregolazione e l’autoevoluzione.
A presto
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