
A partire dalla teoria dell’élan vital, lo slancio vitale che coincide con la coscienza autocreatrice dell’uomo, Bergson mette in luce tutti i fraintendimenti in cui ricade quest’ultimo laddove non riesce a concepire il movimento come una summa indivisibile di momenti né la realtà come una creazione sempre costante e inattesa. Il padre dello spiritualismo francese non manca di esprimersi inoltre sulla metafisica e sull’importanza di riscoprire l’intuizione.
OFFICIAL Somewhere over the Rainbow – Israel “IZ” Kamakawiwoʻole
Questo libro si propone di fornire informazioni su ciò che la musica è e come possa funzionare, i suoi assetti sistematici di combinazioni di suoni e silenzi disposti nel tempo. La musica è un unico ente che si presenta sotto un quadruplice aspetto (ritmo, melodia, armonia e timbro), e che, a seconda del genere e dello stile, dell’artista, del brano e finanche dell’eventualità del momento, può avere o mostrare varie gradazioni di rapporti tra questi; reali o apparenti. La musica è vibrazione, è endemicamente tensiva, si espande sfericamente in tutte le direzioni spaziali, travalica la materia, scavalca muri, comanda il tempo: seduce sempre e comunque. La musica è volontà, è energia pura.
Pink Floyd – Shine On You Crazy Diamond 1990 Live Video
Performing electronic music with gesture | Chagall | TEDxClerkenwell
Negli ultimi 10 anni, i neuroscienziati hanno mostrato che il nostro sistema mnestico è intimamente legato al nostro sistema emotivo. La ripetizione, se creata da un compositore esperto, dà ai nostri cervelli una soddisfazione emotiva, e conferisce all’esperienza dell’ascolto la sua piacevolezza. La musica è suono organizzato, ma l’organizzazione deve avere un che d’imprevisto, altrimenti sarà emotivamente piatta e robotica. La storia del nostro cervello ” sotto effetto della musica ” è la storia di una fine orchestrazione di regioni cerebrali, che coinvolge parti antiche e recenti del cervello umano, e regioni tra loro lontanissime. Quando ci piace un brano musicale, ci ricorda altra musica che abbiamo sentito e attiva delle tracce mnestiche di momenti emotivi della nostra vita. I nostri cervelli sotto effetto della musica, non sono altro che connessioni.
Bruce Springsteen – I’m On Fire (Official Video)
Meraviglia e mistero della mente cosciente. ( Antonio Damasio )
Quando ci chiediamo se la musica abbia un fondamento evolutivo dobbiamo pensare alla musica di 50.000 anni fa. Gli strumenti rinvenuti negli scavi archeologici possono aiutarci a capire cosa usassero i nostri antenati per fare musica e che tipo di melodie acoltassero. Le pitture rupestri, quelle su ceramica e altri manufatti pittorici possono dirci qualcosa del ruolo ricoperto dalla musica nella vita quotidiana. Possiamo anche studiare le società contemporanee che non sono state toccate dalla civilizzazione come la conosciamo, gruppi di persone che hanno lo stile di vita dei cacciatori-raccoglitori, stili rimasti immutati per migliaia di anni. Il risultato sbalorditivo è che in ogni società di cui siamo a conoscenza, musica e danza sono inseparabili.
PER CURARE IL CERVELLO PARLIAMOGLI IN FRATTALE | Franca Tecchio | TEDxCNR
Canone di Pachelbel in RE maggiore – chitarra classica 432 Hz integrale (RE= 288 Hz)
Un argomento a sostegno della primaria importanza della musica nell’evoluzione umana ( e proto-umana ) è che si sia evoluta perchè promuoveva lo sviluppo cognitivo. La musica può essere l’attività che preparò i nostri avi pre-umani alla comunicazione verbale e alla flessibilità cognitiva necessaria a diventare umani. La natura dell’antica musicaspiega perchè cos’ tanti di noi siano letteralmente toccati dal ritmo; secondo quasi tutte le testimonianze, la musica dei nostri antenati era estremamente ritmica. Il ritmo ci rimescola il corpo. Tonalità e melodia stimolano il nostro cervello. L’unione di rtimo e melodia crea un ponte tra il cervelletto ( il piccolo cervello primitivo, sede del controllo motorio ) e la corteccia cerebrale ( la parte più evoluta e umana del nostro cervello ).
THE ROLLING STONES – Honky Tonk Women
I bias cognitivi sono costrutti fondati, al di fuori del giudizio critico, su percezioni errate o deformate, su pregiudizi e ideologie; utilizzati spesso per prendere decisioni in fretta e senza fatica. Si tratta, il più delle volte di errori cognitivi che impattano nella vita di tutti i giorni, non solo su decisioni e comportamenti, ma anche sui processi di pensiero.
Le euristiche ( dal greco heurískein: trovare, scoprire) sono, al contrario dei bias, procedimenti mentali intuitivi e sbrigativi, scorciatoie mentali, che permettono di costruire un’idea generica su un argomento senza effettuare troppi sforzi cognitivi. Sono strategie veloci utilizzate di frequente per giungere rapidamente a delle conclusioni.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/tag/bias/
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