
Il grande filosofo Edgar Morin sfida la certezza di poter conoscere tutto di un’epoca segnata dal progresso scientifico. E ci ricorda come e renderci umani sono lo stupore, la sensazione dell’ignoto e la consapevolezza dei propri limiti.
“Alcuni credono di aver trovato il segreto dell’universo in un algoritmo supremo. Ma da dove verrebbe fuori questo algoritmo, versione matematica iperastratta del Dio creatore, e che, per di più, non saprebbe produrre che ordine? Sono convinto che, al contrario, secondo il motto di San Giovanni della Croce, il mistero sia nella “nube tenebrosa” fuori dalla nostra portata”
“Chi aumenta la sua conoscenza aumenta la sua ignoranza”, scriveva Friedrich Schlegel. “Vivo sempre più con la coscienza e il sentimento della presenza dell’ignoto nel conosciuto, dell’enigma nel banale, del mistero in tutte le cose e, in modo particolare, dell’aumento del mistero in ogni aumento della conoscenza”, ci dice Edgar Morin. Così in questo libro si spinge a esplorare i territori del sapere, in cui ci si imbatte in una terna inseparabile: conoscenza, ignoranza, mistero. Tutti i progressi delle scienze suscitano nuovi interrogativi e sfociano nell’ignoto: quello dell’origine, della fine, della natura della realtà. Più si vede quel che c’è di razionale, più bisogna vedere anche quel che sfugge alla ragione, ma il mistero non svaluta la conoscenza che vi approda; al contrario, stimola e fortifica il senso poetico dell’esistenza.
A prima vista le fondazioni bancarie sono creature stranissime. Simbolo della filantropia italiana, custodiscono un tesoro da 40 miliardi di euro. Sono enti privati e autonomi, ma gestiscono un patrimonio sostanzialmente pubblico. Nate quasi per caso nel 1990 allo scopo di privatizzare il sistema bancario, sono finite per controllarlo del tutto. Fino a diventare il governo «ombra» di molte città italiane. Sul trono delle fondazioni siedono presidenti spesso più rispettati dei sindaci, uomini in grado di spostare consensi e influenzare l’agenda politica del loro territorio. Professori universitari, massoni in sonno, benefattori illuminati, stimatissimi negli ambienti dell’alta società, ma anche despoti a vita, imperatori del no profit, mecenati coi soldi nostri e personaggi di autentico potere, sconosciuti ai più. Settori come l’arte, l’assistenza sanitaria e sociale hanno beneficiato della loro magnanimità, ma intere comunità sono state affossate da una gestione opaca e scriteriata del denaro collettivo. Con questa coraggiosa inchiesta, Diego Gandolfo e Alessandro di Nunzio svelano per la prima volta i retroscena di un potere che sembrava inattaccabile, eterno, misterioso. Il lettore farà la conoscenza degli enigmatici Signori delle città. E finalmente imparerà a riconoscerli.

Partendo dalle basi della scuola economica neoclassica, Angner spiega chiaramente i concetti fondamentali di questa disciplina e ne illustra le intuizioni che vi stanno dietro. Numerose applicazioni tratte dal mondo del management e della politica pubblica, come pure dalla vita di tutti i giorni, mostrano in un’ottica multidisciplinare quanto l’economia comportamentale possa essere uno strumento fondamentale per le persone e per il decisore pubblico.
Strutturato in 6 parti, il testo si articola in 12 capitoli: ogni coppia di capitoli affronta uno specifico argomento di teoria della scelta, il primo rimanendo nell’alveo dell’economia neoclassica e il secondo con i principali risultati dell’economia comportamentale, in una sorta di percorso parallelo che supera la visione conflittuale tra le due scuole di pensiero, i modelli tradizionali da un lato e le teorie dell’economia comportamentale dall’altro.
La trattazione è intervallata dalla presenza costante di esercizi ed esempi che aiutano a seguire gradualmente lo sviluppo e la descrizione delle teorie. Il volume, rivolto agli studenti dei corsi di economia comportamentale e di microeconomia, è adatto anche a chiunque sia interessato a saperne di più sulla Behavioral Economics.
Misbehaving è il resoconto affascinante e divertente della sua lotta per riportare una disciplina accademica con i piedi per terra e per cambiare il modo in cui pensiamo l’economia, noi stessi e il mondo.
Richard Thaler, vincitore del premio Nobel per l’economia 2017, ha dedicato l’intera carriera a studiare l’idea radicale per cui gli agenti economici sono individui prevedibili e inclini a commettere errori. Misbehaving è il resoconto affascinante e divertente della sua lotta per riportare una disciplina accademica con i piedi per terra e per cambiare il modo in cui pensiamo l’economia, noi stessi e il mondo. La teoria economica tradizionale assume che gli individui siano razionali. Fin dall’inizio della sua ricerca, Thaler ha compreso che questi automi non somigliavano affatto alle persone vere. Quando acquistiamo una radiosveglia o chiediamo un mutuo, siamo tutti vittime di distorsioni cognitive che ci allontanano dai criteri di razionalità postulati dagli economisti. In altre parole ci comportiamo in modo anomalo e, ciò che più conta, con serie conseguenze. Inizialmente sottovalutato dagli economisti come un campo divertente ma irrilevante, lo studio degli errori degli esseri umani e dei loro effetti sul mercato ora guida gli sforzi per migliorare le decisioni nelle nostre vite, nelle imprese e nelle politiche pubbliche.
ECONOMIA COMPORTAMENTALE
L’economia ha abbandonato il suo connotato sociale per indossare la veste di scienza esatta e infallibile, come la matematica. Ma la realtà dimostra che non è così: le previsioni economiche vengono puntualmente smentite dai fatti e sempre più spesso economisti e organizzazioni internazionali sono costretti a rivedere le proprie affermazioni. Uno specifico modello economico, quello neoliberista, viene imposto come universale e guida le scelte politiche che investono la vita dei cittadini e il futuro dei Paesi. Nonostante gli evidenti fallimenti e gli insegnamenti che la storia offre, tale paradigma, sposato dall’Unione Europea, è divenuto sempre più irremovibile e in grado di fagocitare ogni forma di dissidenza. Il segreto del suo successo risiede nel potere seduttivo dei miti economici che, utilizzando false similitudini e luoghi comuni infondati, fanno presa sul cittadino comune. Compito di questo libro è smascherare, in un linguaggio chiaro e accessibile a tutti, i principali inganni della scienza economica, quelli più diffusi tra l’opinione pubblica e che sono alla base del perdurare dello stato di crisi economica nella quale ci troviamo.


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