

Alain Aspect – Hanbury Brown – Twiss, Hong – Ou – Mandel, and other landmarks in quantum optics
La ‘lezione’ di Edgar Morin al tempo del Coronavirus – Oscar Nicolaus – La quarantena con la cultura
La nostra realtà non è primaria, è emergente.
Malgrado flash e bagliori captati dagli apparecchi la cui visuale attraversa la scatola cranica, il cervello resta meno conosciuto dell’universo, meno conosciuto dell’organizzazione vivente. Questo sconosciuto è non solo all’interno di noi, ma interno alla nostra conoscenza, alla nostra parola, alla nostra intelligenza. Ciò che si è scoperto del cervello è capitale e nello stesso tempo rinforza il suo mistero. E’ una macchina che funziona con cento miliardi di neuroni collegati fra loro e intrecciati in centomila miliardi di connessioni sinaptiche, descrivibili in termini elettrici e chimici, immerse in bagni di cellule gliali. E’ un cosmo che comporta, sembra, più elementi e relazioni del grande cosmo del quale in modo minuscolo fa parte. E’ unico fra i viventi per il suo volume e per la sua complessità. Il cervello e la mente, che sono l’una nell’altra, hanno ognuno un linguaggio incomprensibile per l’altro; il linguaggio del cervello è elettrochimico, il linguaggio della mente è quello delle parole e delle frasi.
La relazione mente/cervello di primo acchito è inintellegibile. Questa relazione è mutilata da due tipi di spiegazioni dominanti che si oppongono. Il primo è riduttore: nega la realtà della mente che esso dissolve nel cervello. Il secondo è disgiuntivo: la mente è una realtà propria che dispone del cervello come di un antenna televisiva.
La relazione mente/cervello deve essere concepita non attraverso la riduzione della mente al cervello o attraverso la disgiunzione fra i due, ma secondo il principio di emergenza. Il cervello è, se non sede, perlomeno fonte della mente. La mente emerge dalle attività del cervello e diventa realtà psichica appropriandosi del linguaggio, del sapere, e della cultura di una società.
Si manifesta e si descrive tramite parole, concetti, discorsi e teorie. Divenuto mente tramite l’attività intellettuale, comporta una parte di sensibiltà che definiamo anima. La mente vive solo nell’attività, l’anima esiste solo nella sensibilità. L’anima e la mente sono yin e yang, inseparabili, complementari, e presenti l’uno nell’altra. Sono evidentemente dipendenti da attività cerebrali permanenti.
La coscienza è un’emergenza delle attività della mente
La coscienza è l’ultimo frutto della mente umana, il suo ultimo sviluppo, la sua qualità suprema. La mente cosciente è un ‘emergenza che prende realtà. Così può retroagire sul cervello e più ampiamente sull’organismo. La mente ha dei poteri sul cervello da cui dipende, facendogli secernere degli ormoni di aggressività, di difesa, di simpatia, e può sviluppare dei poteri sull’organismo stesso.
L’attività della coscienza è di natura riflessiva, tanto sulla popria persona quanto su ogni oggetto di conoscenza. La coscienza è una conoscenza di secondo grado, che conosce se stessa conoscendo ciò che conosce. E’ di natura soggettiva poichè porta in sè il senso della presenza personale del soggetto cosciente, ma gli permette di conoscersi e di pensarsi come oggetto di conoscenza, cioè di oggettivizzarsi senza perdere il suo carattere soggettivo.
Tutto è Uno nell’ Ologramma Cosmico: Fisica e Coscienza – Pier Giorgio Caselli
Così la parte non è solo nel tutto, ma il tutto è presente nella parte.
il Potere della Fiducia – Pier Giorgio Caselli
Antonio Damasio: Comprendere la coscienza
Buona co-scienza a tutti.
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