
È la seconda enciclica di papa Francesco, ma è la più attesa, anche perché questa volta scritta interamente di proprio pugno e non mutuata dal pontefice predecessore. I mass media l’hanno chiamata l’enciclica “green”, in realtà mette al centro anche i temi dell’economia, denunciando lo scandalo del miliardo e mezzo di persone che vivono sotto la soglia di povertà, quella che Jorge Mario Bergoglio chiama da tempo: miseria globalizzata. Papa Francesco riconosce, infatti, un legame inscindibile tra custodia del creato e promozione della giustizia: sono i poveri a subire le più drammatiche conseguenze dello sfruttamento insensato delle risorse del pianeta, della desertificazione, della scarsità e dell’avvelenamento delle acque, della espropriazione di terre coltivabili, dell’inquinamento atmosferico e dell’iniqua distribuzione di materie prime. Per una migliore individuazione dei temi, il testo dell’enciclica è affiancato da titoli sintetici a margine di ogni paragrafo ed è introdotto da una guida alla lettura a firma di una delle protagoniste della vita ecclesiale italiana, la teologa Cristina Simonelli, che da anni ha posto al centro della sua ricerca intellettuale ed esistenziale i temi dell’equità sociale, dei diritti, dell’ecofemminismo e dell’educazione alla pace.
Laudato si’, l’Enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune
Un’Enciclica sull’ecologia integrale in cui la preoccupazione per la natura, l’equità verso i poveri, l’impegno nella società, ma anche la gioia e la pace interiore risultano inseparabili.
Taizé – Laudate Omnes Gentes ( Album completo 1 hora y 13 minutos )
Settimana LAUDATO SI’ – Il docu-video del Progetto Policoro
L’enciclica di Papa Francesco “Laudato Si”
Secondo filosofi come Mauro Ceruti, biologi come Fiorella Belpoggi, economisti come Stefano Zamagni e Leonardo Becchetti, sociologi come Mauro Magatti, l’attualità della Laudato Sì è rafforzata proprio dalla gravità della pandemia globale. Il salto di specie che ha dato origine al contagio ci dice che nessuno può considerarsi indifferente o immune davanti alla devastazione del pianeta e dei suoi ecosistemi, e le abissali disparità nell’accesso alle cure e nel vissuto quotidiano del lockdown ci dicono fino a che punto la produzione di “scarti umani” è non solo accettata ma legittimata. Diventa sempre più evidente che lo scontro politico che caratterizzerà il prossimo futuro sarà fra democrazia partecipata e tecnocrazia, fra l’adozione a tutti i livelli di un’ecologia integrale e il ritorno al modello unicamente interessato a estrarre valore, sfruttare la natura e non a valorizzare il lavoro umano, promuovere la sostenibilità dei processi produttivi, tutelare la salute e il territorio in cui si vive. “ Marco Pezzoni (Cremona) Stati generali Ambiente e Salute del territorio provinciale.
Un nomade globale, che vive tra Asia e America, sonda le radici culturali del binomio Oriente-Occidente. Accompagnandoci in un viaggio nella storia indispensabile per capire l’oggi con tutte le sue contraddizioni. E anche per interpretare le diverse risposte di fronte all’emergenza coronavirus. È dai tempi di Alessandro Magno che l’incontro-scontro fra Est e Ovest ispira la nostra visione del mondo. «Noi» siamo concentrati sui valori e sui diritti del singolo, «loro» abitano un universo comunitario. Il dispotismo orientale, teorizzato da Marx e da altri pensatori dell’Ottocento, lo ritroviamo al multiplo nelle sue reincarnazioni contemporanee, da Erdogan a Xi Jinping. C’è poi il «loro» spiritualismo contro il «nostro» materialismo: un mito che si complica sempre più nella modernità. Siamo passati attraverso le fasi dell’emulazione, talvolta dell’omologazione, del rifiuto, della rincorsa e del sorpasso, della riscoperta delle radici. È probabile che un punto di equilibrio non lo troveremo mai. Ora che la pandemia ci ha abbattuti entrambi, resta da scoprire chi si risolleverà per primo, quale modello risulterà vincitore.
FEDERICO RAMPINI e DIEGO FUSARO: Dialogo sul presente. Cina, Usa, sinistra
Devi accedere per postare un commento.