
Una delle dimensioni imprescindibili dell’essere umano è quella corporea. Mentre nell’ interpretazione antropologica analitica, come quella cartesiana e platonica, riconducono le proprietà dell’umano a due dimensioni: l’ambito materico e quello intellettivo psichico, attraverso una prospettiva sistemica, è possibile comprendere meglio le diverse sfumature caratterizzanti l’umano ed integrarle nella sua unità strutturale.
Convinto della certezza dei soli nostri pensieri e quindi della nostra esistenza solamente in quanto esseri pensanti, Cartesio compie ” l’errore riduzionistico.” Grazie alla visione aristotelica, la prima a riconoscere la valenza unitaria e strutturale nei viventi, descritta ampiamente nel De Anima, appare chiaramente che anima e corpo costituiscono un’unità individuale.
Essendo l’uomo un essere vivente dotato di forma e quindi di un’unità, l’aporia dualistica sull’interazione tra i suoi cosituenti non ha modo di porsi. La forma è ” incorporata nella materia che costituisce il corpo dell’individuo. In antropologia diventa allora perfettamente comprensibile come mai perturbazioni fisiche non restino localizzate nel corpo, ma vanno a suscitare anche reazioni emozionali e di pensiero, così come i pensieri diventano comportamenti corporei e reazioni emozionali e le emozioni modificano il corpo e la mente.
Per Aristotele non è possibile un corpo senza anima, in quanto è con essa che il corpo riceve la sua attualità.
Nell’antropologia sistemica si riconosce che anima e corpo formano un individuo unico e unitario, in cui il corpo è responsabile della centratura del sistema uomo: qualsiasi tipo di variazione, seppur minimo, nel corporeo suscita modificazioni all’intero sistema.
http://www.aipob-biodanza.org/it_IT/etica-sistema-biodanza-rolando-toro/
Devi accedere per postare un commento.