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BAMBINI AD ALTO POTENZIALE COGNITIVO: DAL MITO ALLA REALTA Mito: un piccolo genio, dalla conoscenza enciclopedica, studioso, con la risposta a tutto, sempre pronto ad andare avanti in classe… La realtà deriva da un terribile equivoco: i bambini il cui quoziente intellettivo è nella fascia medio-alta (tra 100 e 125/130) attivi, attraenti, con buone competenze linguistiche, che iniziano a leggere e scrivere facilmente verso i 6-7 anni, sono talvolta identificati dagli insegnanti come bambini ad alto potenziale, quando in verità si tratta di bravi allievi, applicati e socievoli (spesso si confonde, a torto, l efficienza cognitiva con l efficacia scolastica). In realtà il ragazzo ad alto potenziale cognitivo (QI tra 125/130 e 160) è spesso un bambino difficile che ha incontrato rapidamente dei problemi d integrazione nella scuola. In classe, l’allievo ad APC evita, in generale, di farsi notare troppo performante; consapevole della sua differenza, cerca di nasconderla facendo a volte volontariamente degli errori. Egli non ama imparare a memoria, è raramente un bravo studente. Contando esclusivamente sulla sua memoria, manca di metodo e d organizzazione, è insaziabile sugli argomenti che lo appassionano e cambia spesso i suoi centri d interesse. Il suo sviluppo motorio non è in rapporto con la sua precocità intellettuale, scrive male, è spesso maldestro nelle attività manuali o sportive e il lavoro scolastico è ben lungi dall’essere soddisfacente. I suoi insegnanti dicono che potrebbe fare di meglio. Dai suoi insegnanti può essere considerato come pigro, irrequieto, dirompente o sognatore, altrove. Questo bambino vive molto male la sua differenza. Soprattutto dal momento che è negata o male accettata.
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